before wp_enqueue_style https://crs.ul.com/wp-content/themes/CRS-Multilanguage/style.css after wp_enqueue_style Stoviglie e articoli in plastica contenenti bambù: l’Italia si allinea a quanto stabilito dalla commissione Europea | UL Solutions Consumer and Retail Services
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In seguito alle recenti e ripetute allerte relative a Materiali e Oggetti destinati al Contatto con gli Alimenti (MOCA) in plastica contenenti “polvere” di bambù o sostanze simili e in considerazione delle azioni preventive condivise con la Commissione Europea e gli altri Stati membri al fine di impedire l’introduzione di tali materiali/oggetti sul mercato dell’UE, il Ministero della Salute ha rilasciato una nota ufficiale sul tema.

Come già evidenziato in sede europea, le note ministeriali ribadiscono che i MOCA in plastica contenenti “polvere” di bambù (bambù macinato) sono illegali, poiché la polvere di bambù e sostanze simili, compreso il mais, non sono autorizzate dal Regolamento (UE) n. 10/2011 per l’uso come additivi nella produzione di MOCA in plastica, in quanto non è stata effettuata alcuna valutazione del rischio da parte dell’EFSA.

A luglio di quest’anno la Commissione Europea aveva lanciato un piano di azione per assicurare che articoli in plastica a cui sono aggiunte sostanze come il bambù o altre fibre vegetali non approvate, venissero respinti alle frontiere e non fossero più commercializzati sul territorio europeo.

La questione tuttavia si trascinava da anni e, prima che l’Europa si pronunciasse chiaramente in merito alla sicurezza di questi prodotti, diversi Stati membri avevano intrapreso azioni autonome per tutelare la salute pubblica: nel novembre 2020 la Finlandia aveva deciso di sospendere l’importazione e la distribuzione  di prodotti di questo tipo. Nel Febbraio 2021 fu il turno delle autorità governative di Belgio, Olanda e Lussemburgo che rilasciarono un comunicato in cui venne definita la sospensione immediata della commercializzazione di prodotti in plastica e bambù. L’ultimo Paese Europeo, in ordine cronologico, fu la Francia che nel mese di aprile 2021 rilasciò una nota informativa sul tema.

Ora è il turno dell’Italia: una messa al bando che, come evidenzia il Ministero della Salute, si è resa necessaria “In seguito alle recenti e ripetute allerte relative ai materiali e agli oggetti destinati al contatto con gli alimenti in plastica contenenti “polvere” di bambù o sostanze simili (65 notifiche dal 2019 ad oggi).”

Nel corso degli ultimi due anni, le notifiche RASFF hanno evidenziato come il rischio “di particolare preoccupazione” di migrazione di formaldeide (CAS 50–00‑0) e di melammina (CAS 108–78‑1) da questo tipo di oggetti sia più che concreto: oltre il 40% dei materiali analizzati supera i limiti consentiti di migrazione per più di un fattore.

Dal 2004 la formaldeide è classificata come cancerogeno certo (composti del Gruppo I) dallo IARC, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, la melamina è invece individuata come sostanza tossica per l’apparato renale e, in quanto tale, può causare gravi malattie agli apparati renali e urinario.

La Nota ministeriale è suddivisa in tre diversi testi sulla base dei destinatari (assessorati alla sanità regionali e delle provincie autonome, associazioni di categoria, associazioni di consumatori) e introduce il divieto per l’intera categoria di materiali, dichiarandoli non idonei al contatto alimentare.

Secondo la nota ministeriale, le Autorità territorialmente competenti dovrebbero ora, sulla base delle informazioni trasmesse dai PCF e dalle dogane, richiedere agli importatori/rivenditori di ritirare dal mercato i prodotti illegali e di informare i consumatori affinché sia organizzato anche il richiamo.

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